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26 novembre 2021

Sulle ali dei monsoni: il Raja d'India

Abbiamo visto, nello scorso articolo, come il caffè è nato ed è diventato grande. Dai pendii dell'Etiopia medievale, dove il pastore di capre Kaldi scopre per la prima volta l'effetto eccitante e ricostituente della pianta del caffè, ai monti dello Yemen, riserva guardata a vista del prezioso frutto di cui l'Impero Ottomano ha il monopolio, l'attraversamento del Golfo di Aden ha significato moltissimo, per la diffusione della bevanda più amata del mondo.

Tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento, però, l'impero del caffè ottomano subisce un durissimo colpo, ad opera di un umile pellegrino musulmano dell'India. Baba Budan.

Baba Budan, come ogni musulmano devoto, sa che deve compiere, una volta nella vita, il pellegrinaggio alla Mecca. Non è una cosa da tutti riuscirci: spesso occorre una vita di lavoro per accumulare le risorse necessarie per pagarsi il viaggio, soprattutto se si parte da un luogo, il Karnataka in India, che dista dalla Mecca più di quanto Mosca sia lontana da Lisbona. Ma Baba Budan non si limita a compiere un viaggio già in sé notevole: quando arriva in Arabia, Budan scopre il caffè, bevanda che consente di rimanere svegli durante la preghiera notturna. L'indiano rimane subito affascinato dal caffè, tanto che si mette in testa di portarlo nel suo Paese d'origine. Non è però affatto facile portare a termine l'impresa.

Anzitutto, la preziosa risorsa è sottoposta a un regime strettissimo di controllo dell'esportazione: al fine di evitare che altri Paesi possando diventare concorrenti nella produzione del caffè. Solo i chicchi tostati, meglio ancora se macinati, possono essere esportati dallo provincia ottomana dello Yemen.

Baba Budan riesce, giungendo direttamente in Yemen, ad appropriarsi di alcuni semi di caffè freschi e fertili. Tra questi, ne sceglie solo sette, come le sette circonferenze che il fedele islamico è tenuto a tracciare intorno alla Kaaba,la pietra sacra de La Mecca, per concludere il proprio pellegrinaggio.
Quei sette semi vengono quindi nascosti dal fedele indiano: c'è chi dice li celi all'interno del proprio bastone da pellegrino, chi afferma che li abbia posti in una cintura intorno alla vita e persino chi sostiene che sia stata la barba di Baba Budan a occultare i sette preziosi semi di caffè.
Sia come sia, Baba Budan riesce a contrabbandare il caffè imbarcandosi al porto di Moka. Rientrato nella sua terra d'origine, il pellegrino pianta i semi sulle alture di Mysore, nell'India sudoccidentale. Ancor oggi, Ilmur coltiva con orgoglio la sua varietà Raja qui, sulle alture dove Baba Budan riposa e viene tuttora venerato dai fedeli.

Scoprite con Ilmur tutti i sapori del mondo: provate oggi stesso l'aroma del vero caffè indiano, il Raja, purissima arabica dalle colline di Baba Budan!

 

 

 

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